
| TARANTO (TA) - domenica 31 gennaio 2021 - 15:26
Domattina a Taranto, davanti alla Corte d'Assise presieduta da Stefania D'Errico, inizia la requisitoria dei pubblici ministeri per il processo 'Ambiente Svenduto', nato dall'inchiesta che il 26 luglio 2012 ha portato al sequestro senza facolta' d'uso degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva - allora gestita dal gruppo industriale privato Riva - per gravi reati di inquinamento. L'area a caldo e' la parte di fabbrica piu' impattante con la presenza di parchi minerali, cokerie, altiforni e acciaierie. Per ragioni di spazio e di rispetto delle regole Covid, l'udienza si terra' nell'aula magna dell'ex scuola sottufficiali della Marina Militare a San Vito, borgata di Taranto. Sono 47 gli imputati, 44 persone fisiche e 3 giuridiche, cioe' societa'. Tra questi, i fratelli Nicola e Fabio Riva, in qualita' di amministratori della societa', l'ex presidente Ilva, Bruno Ferrante, che e' stato anche prefetto di Milano, l'uomo che per i pm i Riva usavano per le relazioni istituzionali e col mondo della politica, Girolamo Archina', ex dirigenti e attuali dirigenti della fabbrica, nonche' l'ex governatore di Puglia, Nichi Vendola, l'ex sindaco di Taranto, Ezio Stefa'no, l'ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, l'ex direttore generale Arpa Puglia, Giorgio Assennato, l'ex docente universitario del Politecnico, Lorenzo Liberti, che era stato incaricato dalla Procura per una consulenza ambientale proprio su Ilva. A processo sono anche i cosiddetti 'fiduciari' di Riva, tecnici a cui la proprieta' aveva di fatto affidato un 'governo parallelo' dell'azienda accanto a quello individuato nell'organigramma ufficiale. I reati contestati sono disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, omissioni nelle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro. Le societa' coinvolte, per la legge sulla responsabilita' amministrativa, sono invece Ilva, Riva Fire (allora holding del gruppo) e Riva Forni Elettrici. Non sono coinvolti nel processo ne' Ilva in amministrazione straordinaria, attuale proprietaria degli stabilimenti, ne' l'attuale gestore (in fitto) ArcelorMittalItalia.